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Il campo di cui ci interessiamo è molto vasto: il sistema elaborato è infatti considerato aperto a nuove sintesi, vagliate dalla sperimentazione sul campo.

Il percorso inizia con una pratica di circa due anni dove viene appreso un metodo di base nel quale si acquisisce l’abilità nell’uso del bastone lungo e medio (1,60 e 1mt, anche usato con entrambe le mani), del coltello, della spada a due mani, utilizzando armi di giunco.
Questo consente di acquisire le abilità coordinative di base su cui impiantare le tecniche specifiche, anche con armi in metallo (alluminio e acciaio), ma soprattutto permette l’utilizzazione quasi immediata del combattimento.

L’approccio al combattimento è di carattere scientifico e si compone di varie fasi: dapprima ci si addestra con un minimo contatto e con delle convenzioni che annullano ogni possibilità di rischio, poi aumentano le opportune protezioni che si indossano e, sempre con un vigile controllo, diminuiscono le regole di scontro fino ad arrivare, per i più esperti e nella fase sperimentale nel Laboratorio, al contatto quasi pieno dove è permessa qualsiasi azione.

Vengono usate armi di giunco per la sperimentazione delle tecniche che comprendono armi pesanti, ed acciaio per le tecniche più “sottili”, e protezioni semirigide, che non limitano i movimenti ed offrono un ottima difesa all’urto; è possibile tirare pugni, calci, ginocchiate, gomitate, usare azioni di lotta e tutto ciò che si ritiene utile allo scopo.

In un cammino del genere ognuno è costretto a verificare costantemente la validità di quanto si pratica, di quello che si impara e di quello che si insegna: è un avventura spirituale, una costante verifica di se stessi, un continuo processo di crescita.

Vengono proposte, per una libera utilizzazione, anche discipline affini e propedeutiche allo scopo, dall’equitazione, necessaria per lo studio del combattimento a cavallo e illuminante per il rapporto con se stessi attraverso l’animale, alle varie esperienze di sport estremi, divisi secondo gli elementi. A queste pratiche esperienziali si aggiungono gli stage tecnici propri alla disciplina, dove approfondire attraverso un lavoro intensivo vari aspetti, quali studio sulle fonti, armi da lancio, tecniche o armi particolari.


La Scherma Storica

L’Arte dello schermire è in continua evoluzione, e questo fa si che anche quella di ieri divenga storica.
Sarebbe quindi più corretto definirla “Scherma Antica” laddove, con accezione esclusivamente marziale, le tattiche, le tecniche e le strategie del singolo contro uno o più avversari, la mentalità, la personalizzazione dei vari tipi d’arma bianca con le proprie intrinseche peculiarità, vengano insegnate secondo i dettami dei trattati antichi, come descritte dai Maestri d’Arme nelle epoche a succedersi, dal tempo dei Romani ai primi del Novecento.

Arte Marziale Europea per eccellenza del vero guerriero, cavaliere, spadaccino, duellante o soldato, nella maestria d’uso di tutte le armi bianche, d’offesa e di difesa. S’addestra da tradizione con armi gentili (di legno o di giunco), sino al cimento con armi smussate (ma vere), in una sorta di coreografia codificata che studia colpo per colpo la sequenza logica del gioco delle contrarie.
Rispettando assolutamente i concetti di tempo, velocità e misura, la veridicità dell’azione è affidata all’abilità, al controllo, al colpo d’occhio e ad una eccellentissima preparazione fisica e schermistica teorico-pratica.

La Scherma Storica è utilizzata dalla Scrima come acquisizione scientifica del lavoro sulle fonti e sui trattati, apprendendo l’esatta esecuzione delle tecniche storiche e dei principi relativi al periodo studiato.
Si pratica con armi vere, lavorate in modo da non recar pericolo alcuno ma che riproducono la stessa condizione tecnica del sistema trattato.

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